In generale, i Regolamenti di Polizia Locale, disciplinano quelli che sono i compiti e le modalità con le quali gli appartenenti al nominato settore/area devono svolgere al meglio i servizi d’istituto. In molti di questi regolamenti si viene ripetuto che il personale della polizia locale non può essere destinato a svolgere attività e compiti diversi da quelli espressamente previsti dalla legge rivestendo a tal fine, nell’ambito territoriale del Comune e nei limiti delle proprie attribuzioni, la qualità di:
- pubblico ufficiale ai sensi dell’art. 357 del codice penale;
- agente di polizia giudiziaria ai sensi dell’art. 57/2° comma del codice di procedura penale, oppure ufficiale di polizia giudiziaria ai sensi dell’art. 57/3° C.P.P.
- agente di pubblica sicurezza, con funzioni ausiliarie alle forze di polizia conferita dal Prefetto ai sensi degli articoli 3 e 5 della Legge Quadro 65/86;
- agente di polizia stradale ai sensi dell’art. 12/1° comma lettera e) del D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285.
Ciò premesso sorge l’interrogativo sul come possa un solo addetto al servizio di Polizia Locale sovrintendere ed assolvere a tutte quelle attività che derivano dalle rispettive attribuzioni di cui sopra? Tra questi i compiti di polizia stradale che attengono al rilievo dell’incidente stradale:
come potrebbe un solo addetto procedere all’accertamento tecnico sul sinistro stradale?
Per essere di ausilio in queste circostanze, pur non dimenticando affatto di auspicare la migliore organizzazione possibile in termini di numero di addetti al servizio di polizia locale sui territori comunali, abbiamo valutato anche le esigenze di quegli operatori di Polizia Locale che sentono il peso delle responsabilità e a cui non possono ovviamente sottrarsi pur essendo da soli.
Svelate le ragioni per le quali numerosi Comandi di Polizia Locale di piccoli Comuni con pochi addetti in servizio hanno optato più di altri all’innovazione tecnologica. La possibilità di operare il rilievo degli incidenti stradali in autonomia ed in sicurezza è una delle attività maggiormente trasformate dalla digitalizzazione. Tutti gli operatori di Polizia Locale nell’esercizio delle funzioni di polizia stradale e giudiziaria possono contare sulla acquisizione e restituzione di un “gemello digitale” della scena, evento o fatto su cui debbano intervenire per gli atti a seguire senza procedere ad attività di misurazioni manuali ed operazioni che prevedono l’intervento di più operatori congiuntamente.
iCam3D permette, infatti, anche ad un solo operatore, di lavorare in totale autonomia e senza errori potendo acquisire una miriade di misure semplicemente camminando intorno ad un’area, scena, analogamente ad una ripresa video, scattando contemporaneamente delle foto ed individuando dei punti di maggior interesse per il rilievo descrittivo. In definitiva basta un solo passaggio per avere un gemello digitale della realtà in forma volumetrica, un rilievo fotografico e descrittivo. Poi, in sede e lontani dalla concitazione del momento si potrà navigare la scena per capirne la dinamica, valutare le proporzioni, verificare delle metriche ecc. per stabilirne l’esatta dinamica.
Ciò che è mutato con l’introduzione del gemello digitale è il fatto che ora non occorre più che l’operatore di polizia stradale elabori un bidimensionale della scena per individuarne i capisaldi, estrapolarne le triangolazioni ecc., perchè sarà sufficiente come è già accaduto in Comandi dove già è in uso, e dove le loro Procure ne hanno potuto apprezzare l’estrema oggettivizzazione, che il metodo manuale non avrebbe potuto restituire poichè è l’operatore che sceglie cosa sia utile misurare a discapito di quei dettagli che acquistano significato solo a posteriori.
Il “gemello digitale” è navigabile, non alterabile, altamente sindacabile da chiunque perchè la sua oggettività non verrà mai alterata dalle valutazioni di un esaminatore (polizia, autorità giudiziaria, periti d’ufficio e di parte, avvocati, ecc.). In altre parole, l’acquisito corrisponde esattamente alla realtà ed è oggettivo ma la valutazione del dato ai fini della ricostruzione è lasciata alla logica di ciascuno, ovvero alla soggettività di colui che ricostruisce l’occorso. Questo non è possibile, invece, quando sul posto vi è stata una attività di acquisizione manuale ed altamente soggettiva in quanto è risaputo che è l’operatore intervenuto a scegliere cosa è pertinente alla ricostruzione e non rileva tutto ciò che è presente perché ci impiegherebbe un tempo inestimabile. Un tempo che non può permettersi senza penalizzare gli utenti della strada e l’ambiente.
La Polizia Locale di Torrice rappresenta in tal senso l’esempio virtuoso di transizione digitale perchè non si è trincerata dietro la carenza di organico ma è partita da questa criticità per migliorare i servizi proprio attraverso la tecnologia.
Così anche i Comuni che non hanno uffici preposti in via esclusiva ad una particolare attività all’interno del Settore Polizia Locale, con quell’unico addetto in servizio, ora potrà non essere da meno e fare come nelle grandi città dove, nel rispetto dei principi della “riforma cartabia“, la quale nell’attività processuale e di redazione degli atti ha introdotto modalità telematiche, presentare accertamenti tecnici digitali.
In linea con il progresso e l’innovazione digitale la prova di acquisizione tridimensionale con iCam3D fa il suo ingresso nell’attività procedimentale, nella sua forma di “gemello digitale” affinché la stessa A.G. possa navigare la scena e fare le dovute valutazioni di rito.
Con il tempo, lo dicevamo, non occorrerà più mostrare le misure in formato bidimensionale ma basterà semplicemente permettere a chiunque di osservare la scena, di portarla, volendo, nella realtà virtuale come simulazione dell’occorso, non con poche misure di partenza ed estremamente soggettive come accade ancora in quei comandi che non sono passati al rilievo digitale, ma a partire dal “gemello digitale” della stessa, ovvero presentando milioni di misure in forma volumetrica.
Lo dicevamo ed è accaduto: è ora di dire basta con le misurazioni manuali!