Se sino ad oggi, per valutare le competenze in ambito concorsuale e di carriera nella Pubblica Amministrazione, era necessario affrontare un puro esame teorico, è il caso di dire che, ora non sarà più sufficiente il «saper parlare», occorrerà dimostrare il possesso di competenze specifiche di natura pratica.
Pubblica amministrazione, vale il «saper fare».
Teoria fatti da parte perchè conterà di più il «saper fare», ovvero le capacità tecniche ed il «saper essere» ovvero le capacità comportamentali. È, questa, la svolta contenuta nel decreto ministeriale emanato dal Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, e dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, che aggiorna le linee di indirizzo per l’individuazione dei nuovi fabbisogni da parte delle amministrazioni pubbliche.
Al dipendente non si chiederà più semplicemente il possesso di nozioni teoriche, ma anche la capacità di applicarle ai casi concreti e di mantenere una certa condotta.
Saranno anche le «Soft Skill » ad essere valutate nei prossimi concorsi, oltre ad avere maggiore peso nei percorsi formativi e di carriera le competenze digitali.
Nelle procedure selettive verranno considerati aspetti quali la capacità di innovare le procedure amministrative, lavorare in
squadra e prendere decisioni in modo autonomo. «
Soft Skill » che saranno quindi valutati nei prossimi concorsi,
oltre ad avere maggiore peso nei percorsi formativi e di carriera. Queste competenze trasversali possono pertanto dare una vera e propria
svolta alla fase assunzionale e di progressione. Sono particolarmente apprezzate dai datori di lavoro perché dimostrano la capacità della persona di adattarsi senza soluzione di continuità a un ambiente di lavoro differente: quello digitale. Questa nuova definizione dei profili professionali permetterà di superare, nelle intenzioni del governo, l’automatismo nel turnover: le nuove assunzioni
non consisteranno in una semplice sostituzione di vecchie figure con altre identiche, ma
avverranno con un occhio alle nuove competenze necessarie a sostenere la trasformazione digitale della P.a. prevista dal Pnrr.
Differenze sostanziali tra il poliziotto “analogico” e il poliziotto digitale: il riconoscimento delle competenze con la certificazione
In linea con l’innovazione richiesta dalla P.A. abbiamo ideato un percorso formativo
ad hoc che dia prova delle competenze raggiunte dal «
poliziotto digitale». L’idea è quella di
certificare le competenze nel rilievo digitale nell’ambito dell’infortunistica stradale. E’ innegabile che ci sia una differenza sostanziale tra il poliziotto del secondo millennio e quello del terzo. Il poliziotto digitale utilizza le tecnologie per migliorare le proprie performance, essere più incisivo, accurato, tempestivo e preciso. Con
iCam3D® potrà impiegare pochi minuti del suo tempo per avere un rilievo planimetrico e fotografico perfetto in modo da dedicare la maggior parte del suo tempo a rendere più sicure le strade e le città.